Gruppo Stomizzati: auto aiuto come metodologia
Il
gruppo di auto aiuto è una metodologia di intervento sociale. L'esigenza del
gruppo di auto aiuto tra stomizzati nasce dal bisogno di sostegno reciproco tra
persone che condividono lo stesso problema: un “sacchetto sulla pancia” .
Il gruppo rompe l'isolamento, mette a confronto le
esperienze, permette libertà di espressione di quelle che sono le maggiori
difficoltà incontrate dopo un intervento chirurgico demolitivo. Il tutto,
in un clima informale e spontaneo.
L'approccio utilizzato all'interno del gruppo di auto mutuo aiuto stomizzati è quello che viene definito
"Helper Therapy" (Riessman, 1965), in cui chi riceve aiuto è colui
che dà aiuto agli altri membri del gruppo.
Un nodo fondamentale per capire il self help è che il soggetto, ogni singolo soggetto, è contemporaneamente fruitore di sostegno. Questo permette lo sblocco della passività e la liberazione dal senso di impotenza aumentando la fiducia in se stessi.
Lo strumento fondamentale per lo sviluppo globale della personalità e una corretta immagine di sé è la comunicazione empatica messa in atto nel GRUPPO STOMIZZATI che crea un contesto affettivo, di rassicurazione, che permette all'individuo di far emergere la vita che è dentro di lui e cerca di farlo uscire dalla solitudine e isolamento affettivo che questo tipo di malattia lo ha posto, proprio per la peculiarità che ha la stomia. Comunicare, quindi, diventa la base che condurrà alla crescita, all'autonomia, alla maturazione.
Un nodo fondamentale per capire il self help è che il soggetto, ogni singolo soggetto, è contemporaneamente fruitore di sostegno. Questo permette lo sblocco della passività e la liberazione dal senso di impotenza aumentando la fiducia in se stessi.
Lo strumento fondamentale per lo sviluppo globale della personalità e una corretta immagine di sé è la comunicazione empatica messa in atto nel GRUPPO STOMIZZATI che crea un contesto affettivo, di rassicurazione, che permette all'individuo di far emergere la vita che è dentro di lui e cerca di farlo uscire dalla solitudine e isolamento affettivo che questo tipo di malattia lo ha posto, proprio per la peculiarità che ha la stomia. Comunicare, quindi, diventa la base che condurrà alla crescita, all'autonomia, alla maturazione.
Caratteristiche del nostro GRUPPO STOMIZZATI
Nel gruppo stomizzati sono previsti tre passaggi: l'accoglienza, il racconto, l'ascolto.
Il passaggio più difficile è emerso essere il racconto di sé,
che il paziente esprime al secondo o terzo incontro, quando acquista fiducia
nei partecipanti.
L’accettazione della modificazione corporea dovuta alla "presenza
di un sacchetto", è obiettivo ma nello stesso tempo ostacolo al
raccontarsi. Il fine è non chiudersi in una condizione particolare che diventi
totalizzante, assoluta, senza via d'uscita.
Il gruppo stomizzati è un gruppo di 20-30 pazienti. Il numero
dei partecipanti è progressivamente aumentato, dimostrato l’oggettivo bisogno
assistenziale.
La presenza degli psicologi specialisti nella dimensione
dell'auto aiuto (Dott. M. Melloni e Dott.ssa C. Bertelli) insieme
all’Enterostomista (Dott.ssa F. Guidolin) assume rilievo e
significatività, in quanto questi gruppi offrono stimoli di dialogo innovativo,
in tutte le sfere.
Il gruppo stomizzati si distingue dalle
altre tipologie di gruppi perché condivide in tutto o in parte determinate
caratteristiche:
• L'impostazione di un rapporto paritario tra tutti i partecipanti; cioè la condivisione di determinati disagi e difficoltà che definiscono lo status di appartenenza al gruppo, nonostante la diversità di sesso, età, estrazione sociale. La mutualità tra i membri è determinata dalla problematica attorno a cui si aggregano i partecipanti, siano essi direttamente o indirettamente coinvolti nel problema.
• La libertà di poter dichiarare le proprie difficoltà, generando una comunicazione circolare che favorisce lo scambio di esperienze; la comunicazione si presenta come uno scambio reciproco di informazioni, emozioni, racconti, a cui tutti possono prendere parte, a seconda del proprio bagaglio e delle proprie caratteristiche personali. Ciò si pone un obiettivo molto evidente, cercare di rudurre la drammatizzazione che il paziente stomizzato altresì tende ad enfatizzare. Si esclude quindi la presenza di "utenti" come destinatari passivi di determinate prestazioni, ci si aspetta che ogni membro agisca al meglio delle sue capacità, in accordo con ciò che il gruppo ha stabilito come accettabile o non accettabile.
• Condivisione di obiettivi comuni; i membri sono orientati verso il raggiungimento di alcune mete, consone rispetto a ciò che è percepito come problema centrale comune.
• Orientamento dell'azione; ciò che anima il gruppo è "imparare
facendo" e "cambiare facendo". Lo scopo dei gruppi di
auto aiuto è la sperimentazione di nuove modalità di azione e di comportamento,
di nuovi modi di sentire e trasmettere i vissuti. Lo psicologo ha
un ruolo fondamentale in questo.
• Il ruolo dei conduttori, che è complementare al ruolo dei partecipanti, tende prevalentemente con la propria competenza a facilitare lo scambio e a stimolare la partecipazione di tutti, senza modificare il contenuto. L’enterostomista conosce il paziente dal giorno dell’intervento chirurgico e la sua presenza è essenziale.
Il gruppo non deve diventare un'appendice dei servizi formali né deve funzionare imitando procedure o tecniche professionali. La sua prerogativa essenziale è che l'attenzione della dimensione umana risulti esclusiva e che ogni istanza di razionalizzazione delle attività interne al gruppo risulti a questo finalizzata.
Il rapporto tra self help ed istituzioni è senza dubbio un problema chiave soprattutto in un contesto come quello italiano, dove l'iniziativa singola è sempre vista come poco produttiva.
Nella nostra realtà Ulss 8, l’iniziativa è stata da subito
ben accolta dalla Direzione Medica e soprattutto dai pazienti, e dal 1 Gennaio
2015, è in atto ogni primo venerdì del mese, per un’ora.
Fanni
Guidolin (Enterostomista)
Massimo
Melloni (Psicologo-Psicoterapeuta)
Caterina
Bertelli (Psicologa)