Cicatrici indelebili
Ho provato molte volte a nasconderti sotto ai vestiti ma tu, indecifrabile segno di un ricordo tristissimo, sei sempre la' a ricordarmi quanto ho sofferto.
Ti sfioro quando mi vesto nonostante le dita veloci e fuggitive ti scansino.
Ti tocco quando mi lavo, e vorrei cancellarti via come fa la gomma con la matita.
So che è' impossible.
Fluido e profumato, il velo di crema che ti stendo sopra ammorbidisce e lenisce. Ma non ti sopprime. E tu, ti mantieni elastica, impallidita, come la cera fusa.
Sei la mia cicatrice, lo sfregio rimarginato del mio vivo ricordo di morte.
Con te sul mio grembo, percorro questo tratto di fiume tutte le mattine. Ho un cote' malinconico e a volte un disperato bisogno di solitudine. Ogni passo rimbomba dentro la mia pancia, e te, che tieni ferma la mia pelle, mi rendi irrequieta e intrattabile. Per fortuna qui, sull'argine, lontano dal mondo, nessuno vede la mia tristezza. La pioggia lava giù anche il mio respiro affannato.
Ma oggi è un giorno diverso. Ti nascondo dietro un muro al di là' del quale svolazza il mio universo, e provo una sensazione inusitata, mai sperimentata.
Oggi, in questo impetuoso acquazzone, trovo il coraggio di ri guardarti. Ascoltami. La mia voce sottile e fredda e' come un vetro tagliente. Ti vorrei scortecciare, rischiare, scalcinare, grattare. Ti picchio e ti sporco di fango. Sei una bruttissima cicatrice, ma se esisti e se esisto, è' per quello che è' stato prima di te.
Fradicia, lavati via i pensieri negativi, provo a re inventarti, e re immaginarti bella.
Eri una rosellina e tale ti farò ridiventare. Un tatuaggio, una rosa rossa, una rosa sbocciata, con le foglie verdi, di un verde scuro ma brillante. Diventerai il mio ricordo di vita, perché è' questo una stomia, una salvezza, ed è' giusto che io te ne sia grata.
I particolari brutti sono tali solo se stanno nel corpo sbagliato. Ed io sono bellissima.
Ti sfioro quando mi vesto nonostante le dita veloci e fuggitive ti scansino.
Ti tocco quando mi lavo, e vorrei cancellarti via come fa la gomma con la matita.
So che è' impossible.
Fluido e profumato, il velo di crema che ti stendo sopra ammorbidisce e lenisce. Ma non ti sopprime. E tu, ti mantieni elastica, impallidita, come la cera fusa.
Sei la mia cicatrice, lo sfregio rimarginato del mio vivo ricordo di morte.
Con te sul mio grembo, percorro questo tratto di fiume tutte le mattine. Ho un cote' malinconico e a volte un disperato bisogno di solitudine. Ogni passo rimbomba dentro la mia pancia, e te, che tieni ferma la mia pelle, mi rendi irrequieta e intrattabile. Per fortuna qui, sull'argine, lontano dal mondo, nessuno vede la mia tristezza. La pioggia lava giù anche il mio respiro affannato.
Ma oggi è un giorno diverso. Ti nascondo dietro un muro al di là' del quale svolazza il mio universo, e provo una sensazione inusitata, mai sperimentata.
Oggi, in questo impetuoso acquazzone, trovo il coraggio di ri guardarti. Ascoltami. La mia voce sottile e fredda e' come un vetro tagliente. Ti vorrei scortecciare, rischiare, scalcinare, grattare. Ti picchio e ti sporco di fango. Sei una bruttissima cicatrice, ma se esisti e se esisto, è' per quello che è' stato prima di te.
Fradicia, lavati via i pensieri negativi, provo a re inventarti, e re immaginarti bella.
Eri una rosellina e tale ti farò ridiventare. Un tatuaggio, una rosa rossa, una rosa sbocciata, con le foglie verdi, di un verde scuro ma brillante. Diventerai il mio ricordo di vita, perché è' questo una stomia, una salvezza, ed è' giusto che io te ne sia grata.
I particolari brutti sono tali solo se stanno nel corpo sbagliato. Ed io sono bellissima.