Una storia incredibile

Ringrazio Giovanna, il vero nome della protagonista di questa incredibile storia, per avermi consentito di scrivere la sua storia. Spero dia fiducia e speranza a chi l'ha persa per sempre.


Un pigiama color cioccolato, due buffe pantofole a forma di orsetto e una lunga chioma di capelli biondi come l'oro. Li teneva sempre raccolti in un cerchietto di SWAROVSKY .
Stretta nelle sue spalle ossute, Marina guardava tutte le infermiere con profonda malinconia. Le dispiaceva essere dimessa da quello splendido reparto. Le aveva trovate tutte così gentili e disponibili. Si sentiva coccolata e capita. Aveva ricevuto notizia dai medici, da soli cinque minuti, che non le avrebbero mai più tolto quel sacchetto dalla pancia. Sarebbe stata Stomizzata per sempre. Per pochi mesi a dire la verità, tanto era il tempo di vita che le avevano dato dopo la Tac . Lei sapeva tutto fin dal primo giorno, quello della diagnosi letta sulla lettera. Conosceva ogni dettaglio di quelle parole, le aveva studiate in internet una per una.
Non era affranta. Sembrava incredibilmente serena e anche se si reggeva sul girello traballante mentendo sull'età apparente, non le mancava il sorriso.
Era così che aveva reagito. Burlandosi del suo cancro, beffeggiando a chi le dava più dei suoi quarantadue anni, sforzandosi di rimanere dritta, a testa alta.
Era la paziente simpatica della stanza sedici  Marina. Così appariva agli occhi di tutti.
I medici avevano contattato la psicologa inizialmente e poi lo psichiatra. Ritenevano grave la sua reazione ad una notizia così tragica. Ma gli specialisti non avevano nulla da segnalare ne' da prescrivere. Marina era assolutamente lucida e consapevole, serena. Stava bene.
Saluto' quello stesso giorno tutti i sanitari del reparto con una lacrima agli occhi. Il color nocciola dell'iride era incredibilmente caldo. Era la prima volta che piangeva. Era il suo addio.

Ma..

Sono passati ben due anni da quel giorno. Sto seguendo Marina ancora in ambulatorio. L'ultima tac è' stata due settimane fa e non c'è segno di malattia. È' in lista per la ricanalizzazione.
Io non ci credo ancora. Lei... lo aveva sempre saputo.

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