Stimolazione magnetica extracorporea per l’incontinenza urinaria. Utopia o realtà ?


Le tecniche di innervazione magnetica extracorporea sono state descritte e sviluppate alla fine degli anni ottanta, con l’intento di ottenere metodiche non invasive di stimolazione dei sistemi nervosi centrale e periferico anche nell’ambito della riabilitazione del pavimento pelvico.
Queste tecniche rappresentano l’applicazione di un principio fisico formulato nel 1831 da Faraday, secondo cui, immergendo un conduttore in un campo magnetico variabile, viene ad essere generata in esso una corrente indotta proporzionale alla variazione del campo.
Le strutture nervose del corpo umano fungono da conduttore elettrico. Il campo magnetico induce la depolarizzazione degli assoni dei nervi motori, l’impulso viene propagato fino alla placca neuromuscolare che, mediante il rilascio di acetilcolina, depolarizza le fibre muscolari innervate, generando la contrazione dei gruppi muscolari coinvolti.
In parole semplici, il paziente, seduto comodamente sulla sedia magnetica, ottiene passivamente la contrazione di gruppi muscolari innervati nel pavimento pelvico, e questo li rinforza.
Il campo magnetico generato dalla testata posta al di sotto della poltrona, attraversa i vestiti.
Sono stati trattati 1000 pazienti dopo l’approvazione della Food and Drug Administration nel 1999. pazienti con incontinenza urinaria soprattutto donne che hanno trovato reale beneficio.
Nel 2004 pazienti operati di prostatectomia radicale che mostravano incontinenza urinaria dopo l’intervento, hanno trovato beneficio immediato con la stimolazione magnetica.
Tuttavia, nel lungo periodo, i risultati sono sovrapponibili agli esercizi per il pavimento pelvico.
Per abbreviare i tempi di ripresa e risoluzione dell’incontinenza la stimolazione extra corporea magnetica andrebbe abbinata in maniera sinergica alla fisio-kinesiterapia. Restano molto alti i costi.
Nella nostra Ulss non viene praticata



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