Senza prostata: mezzo uomo e pure incontinente
L’esplorazione rettale, ad opera del dito guantato dell’urologo, ha lo scopo di valutare la grandezza della prostata, la forma e la consistenza. Zone dure, irregolari, inducono ad ulteriori accertamenti o prelievi di tessuto prostatico (biopsie). L’esplorazione rettale valuta solamente la parte posteriore della prostata, e poiché l’85% dei tumori ha origine da essa, dà la possibilità di captare tumori solo in stadio avanzato.
IL dosaggio del PSA, nel sangue, è un altro metodo per scoprire tumori della prostata.
Il tumore alla prostata colpisce più frequentemente gli ultracinquantenni. Si può trattare con la chirurgia, la radioterapia, la terapia ormonale (castrazione chimica), occasionalmente la chemioterapia, o combinazioni di queste. Tutte le modalità di trattamento possono indurre significativi effetti collaterali come l’incontinenza urinaria e la disfunzione erettile, ed è per questo che il paziente deve essere informato delle possibilità di riabilitazione precoce del suo pavimento pelvico, per quanto riguarda tali disfunzioni.
La perdita di urina durante semplici azioni come il camminare, il tossire, lo starnutire o il piegarsi in avanti, è dovuto all’aumento della pressione intraddominale che si riflette sulla vescica e sui due “rubinetti” presenti lungo l’uretra maschile.
All’altezza della prostata, che viene rimossa chirurgicamente in toto, se è presente un tumore, o in parte, se è solo ingrossata da adenoma benigno, è presente il primo “rubinetto” che garantisce la continenza poiché è molto forte. Più distalmente, all’altezza della base del pene, sempre lungo l’uretra, immaginate la presenza di un secondo “rubinetto”, meno forte dell’altro, ma controllabile dalla volontà.
Dopo la rimozione chirurgica, il primo rubinetto se ne va con la prostata. La presenza del secondo, più debole e meno abituato a stare chiuso, favorisce l’incontinenza urinaria.
La terapista del pavimento pelvico, insegnerà a controllare le pressioni intraddominali, affinché non si riflettano troppo violentemente sul rubinetto deficitario, e a rinforzare l’unico rubinetto debole rimasto: quello interno, alla base del pene.
La disfunzione erettile invece è legata in parte al danno vascolare (arterie e vene) e in parte all’innervazione che, presente in un sottile velo intorno alla prostata, può essere danneggiata con l’intervento chirurgico. Il danno può essere temporaneo o definitivo. Tuttavia l’erezione è un fenomeno non legato solamente all’innervazione ma anche alla circolazione sanguigna, come ho appena accennato.
A tal fine, ovvero la ripresa della circolazione sanguigna attiva, esercizi mirati muscolari per il pavimento pelvico, elettrostimolazione, masturbazione (l'eiaculato post orgasmo che è sempre presente, andrà a finire in vescica) , o attività sessuale di coppia anche senza penetrazione, possono portare ad una precoce ripresa di fenomeni di potenza. Ovviamente ogni caso va valutato singolarmente.
Più si aspetta e più è difficile “sistemare le cose”.
Con la riabilitazione del pavimento pelvico, i risultati possono essere sorprendenti. Per tornare a sentirsi uomini interi e buttare per sempre il pannolino.