Troppa aria nella pancia? Massaggio addominale con respirazione integrata (M.A.C.R.I.)
Il massaggio addominale con respirazione integrata e' una tecnica da me sperimentata e ormai collaudata per molti pazienti che soffrono di stipsi da rallentato transito o che soffrono di eccessivo meteorismo (=troppa aria nella pancia).
E' una tecnica assolutamente non invasiva, non dolorosa e priva di rischi. Viene effettuata a paziente prono o supino e a gambe piegate incrociate (come gli indiani).
In posizione prona (cioè a pancia in giù), e' più difficile ma non impossibile. E' importante che la schiena NON sia in iperlordosi (arcuata) pertanto se siete a pancia in su, è' bene alzare il busto in pendenza di 30gradi, e se siete a pancia in giù, togliete il cuscino e mettetelo a livello del bacino, appena sopra al pube, per allineare e quasi appiattire la schiena e ponete le mani sotto al mento.
Se provate dolore all'inguine, quando siete supini (pancia in su) con le gambe incrociate, potrete posizionare sotto alle ginocchia (sia a destra che a sinistra) dei cuscini di sostegno. Mantenete le mani incrociate sulla nuca per i primi dieci minuti e lungo al corpo nei successivi venti.
Questo massaggio può essere praticato anche se è' presente una stomia.
Dunque, la terapista spalmerà inizialmente il vostro addome e il vostro pavimento pelvico di un olio lubrificante per massaggi. Successivamente praticherà con una pallina di spugna (di quelle anti stress), dei piccoli movimenti circolari e pressori in senso orario e seguendo l'andamento del colon. Dal fianco destro, su fino all'arco costale destro, poi trasversalmente e poi giù di nuovo a sinistra fino al fianco sinistro, inguine sinistro, sopra il pube delicatamente e così via. Contemporaneamente voi dovrete effettuare delle inspirazioni profonde che andranno a gonfiare la pancia come un pallone (inspirare= prendere l'aria con il naso) e delle espirazioni con la bocca (= fuori tutta l'aria), portando la pancia completamente in dentro. Durante la Espirazione la terapista praticherà una pressione sul centro tendineo del perineo, che è' il muscolo che sta alla base del pavimento pelvico, tra la vagina o sotto allo scroto e l'ano. Nel momento della Inspirazione invece, la terapista praticherà uno stiramento dello stesso muscolo con il pollice, dall'alto al basso se il paziente e' supino (senso cranio-caudale).
Vi chiederete come sia possibile praticare il massaggio addominale a pancia in giù. Ebbene, sarà effettuato ugualmente, anche se con difficoltà a molto più lentamente, facendosi spazio durante le espirazioni ad addome rientrante. Quindi la terapista utilizzerà due mani: una per i movimenti con la pallina di spugna e una per le digitopressioni del pavimento pelvico. Durata dell'esercizio 30'. Per gli stitici, bere un litro d'acqua nell'ora immediatamente successiva equivale a scarica assicurata. Se non conoscete centri di riabilitazione del pavimento pelvico in cui venga praticato il M.A.C.R.I. , potrete sempre insegnarlo al vostro partner leggendo bene questo articolo.
Per i pazienti Stomizzati, asmatici, cardiopatici e obesi, e' controindicata la posizione prona.
E' altresì importante escludere intolleranze alimentari e patologie gravi discutendo il vostro problema con il medico di famiglia.
E' una tecnica assolutamente non invasiva, non dolorosa e priva di rischi. Viene effettuata a paziente prono o supino e a gambe piegate incrociate (come gli indiani).
In posizione prona (cioè a pancia in giù), e' più difficile ma non impossibile. E' importante che la schiena NON sia in iperlordosi (arcuata) pertanto se siete a pancia in su, è' bene alzare il busto in pendenza di 30gradi, e se siete a pancia in giù, togliete il cuscino e mettetelo a livello del bacino, appena sopra al pube, per allineare e quasi appiattire la schiena e ponete le mani sotto al mento.
Se provate dolore all'inguine, quando siete supini (pancia in su) con le gambe incrociate, potrete posizionare sotto alle ginocchia (sia a destra che a sinistra) dei cuscini di sostegno. Mantenete le mani incrociate sulla nuca per i primi dieci minuti e lungo al corpo nei successivi venti.
Questo massaggio può essere praticato anche se è' presente una stomia.
Dunque, la terapista spalmerà inizialmente il vostro addome e il vostro pavimento pelvico di un olio lubrificante per massaggi. Successivamente praticherà con una pallina di spugna (di quelle anti stress), dei piccoli movimenti circolari e pressori in senso orario e seguendo l'andamento del colon. Dal fianco destro, su fino all'arco costale destro, poi trasversalmente e poi giù di nuovo a sinistra fino al fianco sinistro, inguine sinistro, sopra il pube delicatamente e così via. Contemporaneamente voi dovrete effettuare delle inspirazioni profonde che andranno a gonfiare la pancia come un pallone (inspirare= prendere l'aria con il naso) e delle espirazioni con la bocca (= fuori tutta l'aria), portando la pancia completamente in dentro. Durante la Espirazione la terapista praticherà una pressione sul centro tendineo del perineo, che è' il muscolo che sta alla base del pavimento pelvico, tra la vagina o sotto allo scroto e l'ano. Nel momento della Inspirazione invece, la terapista praticherà uno stiramento dello stesso muscolo con il pollice, dall'alto al basso se il paziente e' supino (senso cranio-caudale).
Vi chiederete come sia possibile praticare il massaggio addominale a pancia in giù. Ebbene, sarà effettuato ugualmente, anche se con difficoltà a molto più lentamente, facendosi spazio durante le espirazioni ad addome rientrante. Quindi la terapista utilizzerà due mani: una per i movimenti con la pallina di spugna e una per le digitopressioni del pavimento pelvico. Durata dell'esercizio 30'. Per gli stitici, bere un litro d'acqua nell'ora immediatamente successiva equivale a scarica assicurata. Se non conoscete centri di riabilitazione del pavimento pelvico in cui venga praticato il M.A.C.R.I. , potrete sempre insegnarlo al vostro partner leggendo bene questo articolo.
Per i pazienti Stomizzati, asmatici, cardiopatici e obesi, e' controindicata la posizione prona.
E' altresì importante escludere intolleranze alimentari e patologie gravi discutendo il vostro problema con il medico di famiglia.