Vergogna, quel timido disagio imbarazzante

Anche se palesi e colorate espressioni facciali possono manifestarla, la vergogna si cela dietro a paure e sofferenze psicologiche di molti pazienti con disfunzioni del pavimento pelvico. L'incontinenza, l'impotenza o altri disturbi pelvici, limitano le relazioni sociali, alterano la percezione di se', isolano.
Riconoscere la vergogna non basta per superarla.
Secondo dati recenti (Howard D., Obstet Gynecol 2000), in Italia, il 22% delle donne soffre di incontinenza urinaria, quasi una donna su 4. L'incontinenza fecale interessa il 4% della popolazione, il 13% della popolazione maschile soffre di disturbi sessuali, tale percentuale arriva al 43% per la sfera femminile. Agghiaccianti questi dati se pensiamo alle ripercussioni psicologiche e alla paura ad esprimere il disagio o la vergogna.
Da un altro sondaggio condotto negli Usa (su incarico della National Association for Continence) nel 2004, è emerso che prima di farsi visitare da uno specialista le donne attendono 6 anni e gli uomini 4 anni dall'insorgenza dei primi problemi di controllo vescicale (Denis L. et al. Continence Promotion: Prevention, Education and Organization. Abrams et al. Third International Consultation on incontinence 2004; Monaco vol 1, p 43).
La reticenza ad affrontare determinate problematiche, legata alla inconsapevolezza dell'esistenza di centri di riabilitazione dedicati alle disfunzioni del pavimento pelvico, mi ha indotto ad impegnarmi in questa direzione, affinchè i dubbi di molte persone possano trovare risposta e il sorriso possa vincere le preoccupazioni.
La conoscenza del problema è il primo passo per affrontarlo. La conoscenza è potere, sosteneva Francis Bacon. La conoscenza è il potenziamento dell'intelligenza, anche di quella valorizzativa. (Tojo Thatchenkery , Carol Metzker, 2007).


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