Se non vuoi cambiare, non otterrai risultati. E se dipendesse da me?

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Le persone si lasciano convincere più facilmente dalle ragioni che esse stesse hanno scoperto piuttosto che quelle scaturite dalla mente degli altri. (Blaise Pascal)

L’atteggiamento tollerante e non giudicante del terapista, improntato in una direzione verso un cambiamento comportamentale, è principio fondamentale e nodo critico del colloquio motivazionale. E’ il paziente che crea e anticipa il suo percorso di riabilitazione in base alla sua motivazione al cambiamento.
Se non vuole cambiare, non otterrà risultati.
L’abilità del terapista è proprio quella di creare una relazione interpersonale di fiducia, in un contesto di sostegno ma anche di protezione.
Le intenzioni della persona giocano sempre un ruolo determinante nel tentativo di raggiungere un obiettivo. La forza tangibile di una intenzione è la vitalità del successo.
Mi capita spesso di colloquiare con le persone degli obiettivi che si pongono o che desidererebbero raggiungere, e non poche volte osservo come iniziano a parlare con fervore ed impeto terminando però spesso il discorso con un velo di pessimismo, quasi a non voler credere o aver fiducia nella possibilità di farcela.
Porsi un obiettivo e decidere, non solo desiderare, di raggiungerlo, è sempre il primo passo. Perchè ciò che impedisce ad una persona di inseguire i propri scopi è proprio, la scarsa intenzione di raggiungerli, commettendo l’errore di soffermarsi troppo a lungo a meditare sugli scogli e sulle barriere.
La semplicità della terminologia utilizzata, un dialogo chiaro e sincero e l’apertura all’ascolto sono i segreti per una buona aderenza del paziente al percorso.
Quindi, dopo aver dato ascolto al nostro paziente, ed elargito consigli per il cambiamento, possiamo procedere con le spiegazioni tecniche.
Un'idea potrebbe essere quella di chiarire al paziente l’anatomia del pavimento pelvico attraverso tavole colorate o plastici tridimensionali, specifici degli sfinteri e degli organi pelvici. Questo facilita l’apprendimento e diverte. Studi in letteratura mettono in risalto la superiorità della memoria visiva 1,2.
Con i plastici a grandezza naturale, inoltre, il paziente comprende i principi della riabilitazione e i muscoli sui quali dovrà agire.
Uno studio di Stephenie Harrison e Frank Tong, neurologi della Vanderbilt University Stati Uniti, pubblicato su Nature nel 2009 3, mette in relazione la corteccia visiva cerebrale con la memoria, spiegando la maggior capacità di ricordare un concetto spiegato su un disegno o un plastico. Anche il DVD rientra nell’apprendimento visivo che non include un ragionamento tempestivo ma facilita la comprensione a livello multisensoriale.



Bibliografia:
1 Ghilardi M., Casadio A., Le basi neuronali e molecolari della memoria. In "La memoria". Le scienze dossier, n.14 dicembre 2002
2 Fuster J.M., La localizzazione della memoria. In "La memoria". Le scienze dossier, n.14 dicembre 2002
3 Stephenie A. Harrison & Frank Tong Decoding reveals the contents of visual working memory in early visual areas. Nature 458, 632-635 2 April 2009 | doi:10.1038/nature07832; Received 7 August 2008; Accepted 29 January 2009; Published online 18 February 2009

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