IUS e PROLASSO: NON SOLO CHIRURGIA PROTESICA
Venerdì 27 ottobre a Oderzo si è tenuto un convegno su “IUS e prolasso
non solo chirurgia protesica” organizzato dal GLUP - Gruppo di Lavoro Uroginecologia
Pavimento Pelvico. Erano presenti vari professionisti del settore: non solo
noti medici chirurghi specialisti ma molte altre figure professionali come
fisiatri, ostetriche, fisioterapiste, infermieri e che lavorano nell’ambito
della riabilitazione pelvica.
L’incontinenza urinaria è
definita dall’ICS – International Continence Society- come una perdita
involontaria di urine e può essere classificata come incontinenza da sforzo
(IUS), incontinenza da urgenza o mista.
La IUS è una perdita
involontaria di urine che si verifica quando viene esercitata una pressione sulla
vescica in seguito ad un sforzo, uno starnuto, un colpo di tosse, un esercizio
fisico intenso mentre l’IUU si ha in
seguito a contrazioni involontarie del muscolo della vescica che generano una
sensazione di urgenza minzionale mentre nelle forme miste sussistono entrambe.
Si stima che il 20-30% di donne sia affetto da una forma di
incontinenza con un incidenza maggiore a partire dai 35-40 anni e oltre i 65
anni.
I costi e l’impatto sulla
qualità di vita in una donna sono notevoli basti considerare la sfera sessuale,
l’aspetto sociale – relazionale, psicologico, l’influenza che ha sulla vita
lavorativa con tutti suoi i limiti e disagi.
Il titolo del convegno
parla da solo “IUS e prolasso non solo chirurgia protesica”: ad oggi non vi è
solamente la chirurgia come terapia risolutiva ma ci troviamo di fronte ad un
ventaglio di possibilità terapeutiche.
È importante che una donna ne sia a conoscenza
e affronti la situazione con serenità.
In primis consideriamo un
trattamento non invasivo, la terapia riabilitativa per prevenire, rieducare o ripristinare una
funzione in parte persa, spesso come alternativa o in accompagnamento
all’intervento chirurgico o ad una terapia farmacologica. Esistono varie tecniche riabilitative
strumentali e non, usate spesso in sinergia.
Tra
le tecniche non strumentali ricordiamo il PFMT
- il pelvic floor muscle training,
approcci
che integrano il perineo al movimento globale del corpo, terapie comportamentali che educano a stili di vita e sane abitudini
come per esempio limitare l’assunzione di caffè, tè, bevande diuretiche, zuccherate, situazioni di vita stressanti,
calo ponderale se necessario, svolgere regolare attività fisica.
Le tecniche strumentali sono varie, abbiamo il
biofeedback, che con un’apparecchiatura
strumentale attraverso delle sonde
inserite in vagina o nel retto si invia uno stimolo elettrico il quale
contrarre il muscolo perineale e invia dei segnali acustici e visivi sul
monitor in modo tale che si possa vedere
e sentire la contrazione, abbiamo la FES, stimolazione
elettrica funzionale, la stimolazione
del nervo tibiale posteriore (SANS), i cono
vaginali che se usati correttamente e sotto controllo della terapista
possono dare esiti positivi.
Si è parlato anche della laser terapia: realtà o chimera nel
senso che per il trattamento dell’incontinenza ancora non ci sono evidenze
scientifiche che ne dimostrano l’efficacia, quindi non deve essere considerato
come un trattamento esclusivo. Il laser agisce sulla vascolarizzazione del
tessuto in quanto l’effetto termico stimola la produzione e l’attivazione dei fibroblasti che producono collagene. Lo
stimolo del laser migliora lo stato della parete vaginale da qui ne deriva un
maggior utilizzo nei casi di atrofia vaginale. Il trattamento è mensile e si deve fare un
ciclo di almeno tre mesi, non presenta particolari effetti collaterali se non
la sensazione di calore e bruciore nelle prime 48 ore.
La Bulking Agents, con i
suoi limiti e vantaggi potrebbe essere considerata un trattamento alternativo
alla chirurgia tradizionale. Sono delle iniezioni parauretrali (vicino all’uretra)
di agenti volumizzanti, tre per la precisione, praticate con delle siringhe
apposite dal chirurgo in anestesia locale, per via citoscopica o trans uretrali.
Il gel iniettato è un composto che aumenta
il volume dell’uretra facilitando il
ripristino del meccanismo di chiusura della stessa. E’ una
terapia indicata per le forme
recidivanti o quando ci sono delle controindicazioni all’intervento chirurgico
e nei casi di incontinenza lieve.
Altra tecnica è la
Neuromodulazione Sacrale, una stimolazione elettrica dei nervi sacrali al fine
di modulare i riflessi nervosi che influenzano le funzioni di vescica, sfintere
urinario e pavimento pelvico. Si tratta di un intervento mini invasivo,
effettuato in anestesia locale, in cui si impianta un piccolo neurostimolatore
sottocutaneo nella parte superiore delle natiche e si collega un filo sottile
che conduce gli impulsi alle radici dei nervi deputati al controllo della vescica. Il
paziente avrà un programmatore portatile che gli permetterà di regolare
l’intensità. Solo se si avranno dei risultati, dopo appunto in periodo di
prova, si posizionerà successivamente un pacemaker definitivo sottocutaneo. La
NMS È indicata nei casi di incontinenza urinaria da urgenza, nella sindrome da
urgenza/frequenza, nella ritenzione non ostruttiva, nel dolore pelvico e
nell’incontinenza fecale, in tutti i casi comunque non responsivi a terapie più
conservative e tradizionali.
E’ stato dato ampio
spazio alla chirurgia protesica e fasciale per il trattamento dell’incontinenza
urinaria e del prolasso urogenitale. Ci sono più tecniche chirurgiche
e si è visto che non esiste l’ intervento ideale ma ogni intervento va
selezionato dopo un’attenta valutazione
per individuare quello più appropriato per quella donna.
Si è parlato di chirurgia,
di varie tecniche, in particolare della retropubica e dell’attuale SIS – Sling Singola Incisione, tecnica che
consiste nel posizionare una bancarella di tessuto sintetico sotto l’uretra al
fine di sostenerla. Ogni intervento chirurgico comunque si sa non
è esente da complicanze a medio e lungo termine e tantomeno da recidive, da qui
deriva l’importanza del consenso informato, un dovere per il chirurgo e un
diritto e dovere per la donna essere informata e consapevole dei benefici e
delle possibili complicanze.
Per tirare le somme della
giornata ritengo sia fondamentale che una donna non sottovaluti nessun sintomo
che si tolga quel velo di pudore che le permetterà di affrontare la situazione
e vivere serenamente la sua vita.
E concluderei con questa citazione pubblicata da uno dei
relatori presenti al convegno
“Quando c’è volontà
esiste una via” – Albert Einstein
Dott.ssa Monica Guin
Infermiera del gruppo GITERP (CLICCA qui)