CE L'ABBIAMO FATTA


E va bene, abbiamo cantato a squarciagola le canzoni di Battisti, di Vasco e dei Ricchi e Poveri. Ma anche ballato sulla corsia del pullman con il ritmo del raegeton nella canzone Despacito. Ci siamo scatenati. Ho raccolto sorrisi e voglia di vivere. La respiravo io quella voglia. La sentivo sulla pelle, sui pantaloncini da "ragazzina spensierata" che ho indossato, sui piedi nudi nei sandali slacciati.
Ci siamo abbracciati e arricchiti delle bellezze che intorno ad un lago meraviglioso come il Lago di Garda sembrano così scontate.
Abbiamo fatto i "pazzi scatenati" estrapolando dai cassetti l'entusiasmo infantile che tutti conosciamo ma che molti dimenticano nella malattia.


Dipende dal momento in cui le vivi certe esperienze. Acquistano un altro peso nella tua vita.
Novantasei pazienti non sono stati assolutamente un problema. Erano talmente rilassati che nessuno ha incontrato difficoltà. Io, con tutto il mio bagaglio infermieristico e di pronto intervento, c'ero, e c'era anche il nostro presidente medico insieme a qualche collega infermiere; c'erano  due operatrici sanitarie, mamma compresa, a collaborare in caso di bisogno.
Due corriere piene, due autisti simpatici, una gita fuori porta e tanta allegria. Ecco gli ingredienti per una giornata super. Una giornata che ha conciliato i pensieri e fatto salire in un attimo l'allegria che sconfigge ogni malumore.

Siamo stati totalmente soggiogati dalla maestosità del Lago e dai piccoli borghi medioevali, oltre che da un D'Annunzio creativo e rivoluzionario, psichedelico, pazzesco.
Abbiamo pranzato in una tavolata gigantesca, sul fiume Mincio. Sono nate molte amicizie. Abbiamo influenzato il disincanto e il pessimismo di alcuni pazienti e fuso mirabilmente la gioia della forza di gruppo.
Un'associazione la nostra, che diventerà un esempio. Ne sono sicura .



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