Cosa chiede una donna malata di cancro alla moda ?

Si cade spesso nell'errore di considerare la moda come qualcosa di troppo frivolo e superficiale piuttosto che una forma d'arte e, tanto meno, una forma curativa dei nostri mali.
Eppure, la moda, non ha niente da invidiare alle altre discipline. In una collezione ad esempio, si miscelano i colori, le idee, i sogni, le proiezioni, tante emozioni. Come in un vostro abito, che racchiude quindi parte di voi e del vostro modo di essere.
Ogni donna ha una propria "architettura". Qualcuna, con un certo piglio, si esprime eccentrica, qualcun'altra con la solita trama e la solita composizione, uguale a tante altre. Poche donne sono sicure, con il proprio stile. Infine altre donne sono anticonformiste e mischiano stili, tessuti cose, tempi.
Ma cosa chiede una donna oncologica alla moda?
Se inizialmente, al sentimento di rifiuto della malattia, si accompagna il rifiuto per se stessi e quindi il disinteresse totale per la moda, dopo l'elaborazione, tanto più lungo è il periodo di cure e terapie, tanto più prevale il desiderio di riscatto, di vita, e quindi di attenzione a rimanere nella corrente, "alla moda" appunto, "al passo", nello stile del momento.
Coprire è inizialmente sinonimo di benessere e confort. Si scelgono ampi maglioni, vestiti vaporosi, foulards, tute ginniche o sciarponi di lana. Mano a mano che la malattia viene accettata però, c'è il desiderio di riprendere possesso di sè, e perchè no, di caratterizzarsi. Ciò vale sia per l'uomo che per la donna.
Alcune donne, durante la chemioterapia, arrivano ad ostentare la moda con vistosi bijou, piercing o frasi promesse in tatuaggio sulle braccia dopo l'ultima seduta. Altre, nell'intimità con il proprio partner, con un plotone di intimi alleati: guepière, bustière, reggicalze e baby doll. Per sentirsi "vive". Raggiungono talora eccessi "terapeutici" che caricano la loro autostima e la loro personalità. Si riscoprono adolescenti, vogliono godere dei piaceri semplici. Sono in minoranza coloro che rifiutano se stesse, la sessualità e la cura di sè.
Che dire dell'abbigliamento intimo che dovrebbe coprire cicatrici e sofferenze nei momenti clou?.
Se, negli ultimi decenni, le tendenze del settore, hanno portato alla ribalta una biancheria sempre più minimal anche a scapito di confort e benessere decapitando la nostra autostima, oggi gli stilisti lanciano sul mercato reggiseni, slip, sottovesti, rigorosamente comodi e coprenti ma "in super tendenza". Insomma la moda ci viene in aiuto senza chiederlo.
E come la mettiamo con la taglia forte'?
Portatrici di sano benessere, le "curvy" rappresentano il 60% della popolazione italiana. La donna oversize esiste. E' una realtà a cui devono far fronte gli stilisti, con abiti più comodi dalle linee comunque di tendenza.
La moda ci offre soluzioni raffinate anche per coprire la sacca della stomia . Pizzi, merletti, coprisacca in tessuti colorati e fantasiosi, magari abbinati ai costumi o all'intimo.
Ma si è alla "moda" anche mostrandosi nei social networks, in internet, su you tube... non per vanità, ma per dire al mondo "io non ho paura", "io mi piaccio così".
C'è chi sceglie un maglione colorato per carpire energia e vitalità e chi il nero non perchè sia depresso ma per l'eleganza e la raffinatezza che esprime. Il bianco invece non viene quasi mai scelto dal paziente oncologico. Esso rappresenta il silenzio, una pausa carica di aspettative che il paziente solitamente rifiuta.
Per concludere, penso che quello che conta realmente sia "personalizzare lo stile". Mettersi in ascolto. La moda passa ma rimane lo stile, per farsi ricordare e non per farsi notare.
Cercate di non confondere l'eleganza con l'essere snob. E ricordate che la moda è ciò che comperate ma "la personalizzazione"  è ciò che fate con quello che avete comperato. Potete abbinare un azzurro al blu per essere tradizionali o scegliere di mischiare blu e marrone con un tocco di giallo e pervinca per essere originali. Potete decidere di essere "alla moda" o "contro corrente". Voi siete uniche e nessuno può giudicarvi.
Ricordatevi sempre di ciò che eravate prima della malattia.
E fatevi belle per voi.

Ne parleremo sabato 25 marzo 2017 al convegno intitolato "Cancro e Bellezza"  clicca qui per info




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